Proteggiamo la fiamma

Il 10 dicembre, durante un uscita di noviziato a Guidonia, abbiamo fatto un esperienza di strada molto particolare. Mentre aspettavamo il treno alla stazione, i capi ci hanno affidato una piccola candela, con il compito di tenerla in mano durante tutto il viaggio e soprattutto senza romperla. Quando siamo scesi dal treno, ognuno ha dovuto accendere la propria candela, poi siamo usciti dalla stazione e abbiamo iniziato a camminare verso il luogo dove avremmo pernottato, che distava circa 4 km. Neanche dopo 10 metri, si erano spente metà delle candeline, e ovviamente andavano riaccese, ma non di nuovo con l’accendino, piuttosto utilizzando quelle che erano ancora accese. Le candele si sono spente moltissime volte, riuscire a tenerle accese era davvero complicato, anche a causa del vento forte, che per buona parte della strada era contrario a noi; perciò ci siamo dovuti fermare quasi continuamente per riaccenderle, o anche per sostituirle, perché quando una si esauriva dovevamo accenderne una nuova (erano le candeline dei compleanni, quindi non duravano molto). Dopo un ora e mezza, eravamo finalmente arrivati sul posto e qui abbiamo spento le nostre candele e le abbiamo messe da parte insieme alle altre consumate, in totale 20 candele, perché ci sarebbero riservite più tardi. La sera prima di andare a dormire ciascuno ha ripreso la sua candela e le abbiamo accese, poi i capi ci hanno letto un racconto che ci ha fatto capire il senso di questa esperienza. Si tratta della storia di Raniero de’Ranieri, un fiorentino che partì per le crociate e a Gerusalemme fece un voto, cioè di portare da solo la fiamma del sepolcro di Cristo fino a Firenze. Durante il suo viaggio Raniero incontrò varie difficolta, per prima cosa fu costretto a calcare il cavallo al contrario, altrimenti la luce si sarebbe spenta, poi lo attaccarono i briganti a cui cedette tutto ciò che aveva, per potersi tenere la fiamma con sé. Altri furono gli episodi che caratterizzarono il suo viaggio, che nel giorno di Pasqua si concluse. Raniero arrivò con la luce nella cattedrale di Firenze, nessuno voleva credere alla sua impresa; improvvisamente un uccellino entro nella chiesa e sbatté sulla candela, la luce si spense, ma tra lo stupore dei presenti, le ali dell’ uccello presero fuoco e Raniero potè riaccendere la fiamma. A questo punto i capi ci hanno spiegato che tutti gli anni la luce di Gerusalemme viene presa e portata in vari paesi dagli scout, e che la settimana successiva sarebbe arrivata a Roma e che noi saremmo dovuti andare a prenderla per poi portarla nella nostra parrocchia. Questa esperienza della strada fatta portando una candela accesa è stata un esperienza molto particolare, difficile ma molto bella. Ci ha fatto capire sia il significato della luce di Gerusalemme, che il sabato successivo saremmo andati a prendere, sia il valore che ha portare avanti un impegno, che anche se è difficile e faticoso, quando si conclude ti da soddisfazione.