I nostri… Testimoni Capaci

Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini

Si è tenuta ieri sera – 24 maggio 2023 – presso la Scuola di Formazione della Polizia Penitenziaria di Roma la prima veglia Testimoni Capaci davanti la teca che ospita la Croma bianca dell’attentato di Capaci, in cui persero la vita il Giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli Agenti di scorta Vito SchifaniRocco DicilloAntonio Montinaro.

Un cerchio di Rover e Scolte, Capi e Capo ha vegliato sotto il cielo di Roma in memoria delle vittime di mafia perché “ognuno di noi è custode, sentinella e testimone della legalità” (Giovanni Falcone).

Prima della Veglia, iniziata intorno alle ore 23.30, una tavola rotonda ha aperto l’iniziativa, moderata da Alberto Romagnoli, giornalista RAI; microfono in mano, Giuseppe Costanza, autista di Falcone e sopravvissuto alla strage di Capaci del 23 maggio 1992, e Giovanni Paparcuri, anche lui uscito illeso dall’attentato del 29 luglio 1983 in cui perse la vita Rocco Chinnici.

Giovanni ha ricordato quel 20 giugno 1992 e l’ultimo discorso di Paolo Borsellino davanti a migliaia di camicie blu accorse da tutta Italia nella fiaccolata organizzata da Agesci nell’anniversario del primo mese della morte di Falcone; sarà l’ultima apparizione del giudice prima dell’attentato in cui perse la vita il 19 luglio 1992. In quell’occasione fu proprio Paolo Borsellino a consegnare agli scout una pergamena con le Beatitudini perché fruttassero nel quotidiano… sempre.

Poi è toccato a Giuseppe raccontare della strage di Capaci e del suo ricordo vivo di quella esperienza drammatica: Falcone che atterra a Palermo, Giuseppe che prepara il trasporto dall’aeroporto, il Giudice che sceglie di guidare per stare accanto alla moglie Francesca Morvillo – anch’essa magistrato – che soffrendo di mal d’auto decise di sedersi davanti, quel rallentamento improvviso della Croma per colpa di un mazzo di chiavi, la macchina che li precede che si allontana, l’esplosione… l’incidente contro il muro di un’autostrada che si solleva per la deflagrazione, il silenzio.

Giuseppe entrerà in coma in ospedale e si risveglierà sano e salvo proprio perché il Giudice Falcone quel giorno decise di guidare.

I racconti di due Testimoni per fare memoria: conoscere le storie del passato perché quelle storie diventino nostre.

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